IL PERCORSO DEL SANGUE

a cura di Agnese Costa, dal sito della Diocesi di Mantova 

Avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine (Gv. 13-1)

L’itinerario si snoda tra il Duomo e la Concattedrale di S. Andrea alla ricerca dei segni della più importante reliquia della città di Mantova: i Sacri Vasi del Preziosissimo Sangue di Cristo. Il sangue di Gesù, sangue di passione, versato per amore, Parola viva che si fa storia e ci rende fratelli, è il fulcro (...) della Celebrazione Eucaristica.


LA BASILICA CONCATTEDRALE
 



(...) Entriamo ora nella chiesa di S. Andrea, costruita sul luogo dove si narra essere stata ritrovata la Reliquia del Preziosissimo Sangue di Cristo nell’anno 804. La dedicazione dell’edificio a S. Andrea deriva proprio da questo episodio, perché è grazie alla sua apparizione che si è identificato il punto preciso dove Longino, centurione romano presente ai piedi della croce, aveva sepolto l’importante reliquia. Ci accoglie un trionfo di colori e immagini: l’ambiente ad aula unica è maestoso nelle dimensioni e nella decorazione, molto differente dall’interno del Duomo. Se proseguiamo il nostro percorso, inoltrandoci nella navata, possiamo raggiungere l’ultima cappella sulla destra [4] che è intitolata a S. Longino, protagonista della nostra storia. 

RINALDO MANTOVANO: LONGINO AI PIEDI DELLA CROCE, LA SECONDA INVENTIO 


C’è un momento durante la Messa in cui facciamo memoria dell’istituzione dell’Eucarestia: proprio il racconto dell’ultima cena, che ancora oggi ci viene tramandato, è il segno del Sangue di Gesù che si fa storia. Dal sacrificio di Gesù sulla croce, a cui possiamo simbolicamente assistere nell’affresco che Rinaldo Mantovano, allievo del più famoso Giulio Romano, ha realizzato sulla parete di destra, trae origine anche la nostra storia, storia del popolo di Dio che è in Mantova. In questa cappella la continuità con quell’episodio si fa immagine nella figura di S. Longino: lo troviamo inginocchiato ai piedi della croce con in mano il calice in cui ha raccolto il Sangue di Cristo e nel sepolcro che contiene i suoi resti, posto, se lo guardiamo frontalmente, alla sinistra dell’altare. Lo ritroviamo anche nell’affresco di sinistra, perché proprio il vaso che viene ritrovato è quello della reliquia del Sangue di Cristo. La nostra storia come Chiesa di Mantova nasce dall’atto di amore di Gesù, che viene tramandato a noi e che, anche tramite la nostra vita, si fa storia.

GENUFLESSORIO

Siamo giunti al termine del nostro itinerario. Abbiamo ripercorso insieme i segni del Sangue di Gesù: sangue di passione, sangue che diviene Parola di vita, sangue versato per amore, sangue che si fa storia. Siamo pronti, ora, ad avvicinarci alla reliquia del Preziosissimo Sangue di Cristo dando ad essa un significato nuovo. Per la preziosità della reliquia conservata, non sempre la cripta è aperta al pubblico. Quindi suggeriamo due ipotesi di prosecuzione del percorso.

PARTICOLARE DELLA CRIPTA



Se la cripta è aperta 
Scendiamo nella cripta che contiene i Sacri Vasi. Davanti a noi troviamo un altare sopra il quale è posizionata l’arca che contiene la reliquia e due statue in marmo bianco. Quella che troviamo alla nostra sinistra rappresenta la Fede, che tende la mano verso il segno della Passione, mentre alla destra c’è la Speranza, che fissa lo sguardo in alto verso le promesse future, appoggiandosi ad un’ancora. Manca la figura della Carità, che viene sostituita dal Sangue di Gesù, massimo emblema di amore donato. Se guardiamo intorno a noi, infatti, non siamo soli: l’amore di Gesù diviene esempio di amore nei confronti delle persone che con noi fanno strada. Di fronte al suo sacrificio ci riconosciamo fratelli, riscopriamo come il primo luogo dove sperimentiamo il Suo amore per noi siano le relazioni che viviamo nella nostra vita di tutti i giorni. Proprio questo stile di amore, questo legame profondo, può essere l’ancora sulla quale basiamo la nostra speranza e progettiamo il nostro futuro. 

Se la cripta è chiusa 
Ci disponiamo intorno al genuflessorio. Sotto i nostri piedi si trova l’altare sopra cui è collocata l’arca che contiene la reliquia. Due statue sono poste al fianco dell’arca: quella che vedete nell’immagine qui riportata è la Speranza, che fissa lo sguardo in alto verso le promesse future, appoggiandosi ad un’ancora. La figura della Carità è sostituita dal Sangue di Gesù, massimo emblema di amore donato. Se guardiamo intorno a noi, infatti, non siamo soli: l’amore di Gesù diviene esempio di amore nei confronti delle persone che con noi fanno strada. Di fronte al suo sacrificio ci riconosciamo fratelli, riscopriamo come il primo luogo dove sperimentiamo il Suo amore per noi siano le relazioni che viviamo nella nostra vita di tutti i giorni. Proprio questo stile di amore, questo legame profondo, può essere l’ancora sulla quale basiamo la nostra speranza e progettiamo il nostro futuro.

PARTICOLARE DELLA CRIPTA

Concludiamo insieme questa esperienza con la preghiera, per affidare a Dio i nostri propositi per il futuro: durante questo momento ognuno può condividere una propria riflessione. Al termine della preghiera si sceglie un impegno concreto di gruppo per tradurre in “sangue e vita” le riflessioni emerse. Scriviamo questo impegno nel libro che troviamo sul leggio davanti all’uscita, come segno che il nostro gesto è iscritto nella più grande storia della nostra Chiesa. Proprio al termine dell’eucarestia, infatti, il sacerdote ci saluta dicendo: “Glorificate il Signore con la vostra vita. Andate in pace”. 

Concattedrale di S. Andrea 

Apertura: mattino 8.00-12.00; pomeriggio 15.00-19.00. 
Messe giorni feriali: 8.00; 10.00. 
Messe giorni prefestivi: 8.00; 10.00; 18.30. 
Messe giorni festivi: 8.30; 10.30; 18.30. 

Bibliografia essenziale 

R. Braglia, La basilica di Sant’Andrea in Mantova (PubliPaolini, Mantova, 2010). 
R. Brunelli, Il duomo racconta. Santi e briganti nella cattedrale di Mantova (Tre Lune, Mantova, 2001). 
Sulle orme del Preziosissimo Sangue di Cristo. Testimonianze d’arte e devozione nelle collezioni mantovane, catalogo della mostra (Mantova, Chiesa di San Maurizio 1998), (Sometti, Mantova, 1998).