Una riflessione del Priore sulla missione della Compagnia




Di seguito, la riflessione condivisa dal Priore durante il momento di preghiera del 15 dicembre scorso, che riassume la "mission" della Compagnia.

La “missione” della Compagnia

· Perché siamo in questa Cripta: da secoli custodisce un “tesoro” (“Una ex septem”)

· Qui hanno pregato nei secoli i confratelli della Compagnia del Preziosissimo, consapevoli di essere custodi di un “tesoro spirituale” immenso, che anche oggi noi della Compagnia ci premuriamo di far conoscere, considerando che è ancora molto il lavoro da fare affinché i Sacri Vasi e la reliquia siano conosciuti e venerati come meritano, anche nella nostra Diocesi.

· Per questo motivo, appartenere oggi alla Compagnia significa sforzarsi di evidenziare e proporre agli altri un “profilo carismatico”:

1) A noi compete (Nos decet) innanzitutto essere consapevoli della nostra visibilità all’esterno: la fascia che indossiamo non è un inutile ornamento, ma un ricordarci del nostro impegno che con tutta la serietà possibile dobbiamo espletare;

2) A noi compete coltivare la preghiera, individuale e collettiva, quest’ultima in occasione di feste particolari o anche speciali, significative per la diocesi o la città, con particolare riguardo al Venerdì Santo;

3) A noi compete partecipare a momenti formativi di spiritualità, perché la fede non deve ammuffire o vivere di consuetudini, ma illuminarsi con la forza dello Spirito Santo;

4) A noi compete, con la sincerità del cuore, evidenziare alcune ministerialità: cultuali, caritative, culturali. Ognuno con i propri carismi, a seconda dei disegni della Provvidenza che sa sempre quali strade imboccare e indicarci per il bene della Compagnia

5) A noi compete attingere al tesoro spirituale che la Chiesa propone da sempre, cioè le opere di misericordia corporale e spirituale, nonché i sacramenti, accostarsi ai quali significa vivificare la nostra fede, che le preoccupazioni personali quotidiane o la laica e buia società nella quale viviamo tendono ad affievolire.

Certo l’impegno per ognuno di noi è forte e talvolta può sembrare troppo oneroso, ma noi confratelli e consorelle, con l’aiuto vicendevole e fraterno e confidando nell’aiuto di Dio e del Preziosissimo Sangue di suo Figlio, abbiamo anche il compito di essergli testimoni. Per concludere vorrei riprendere 2 passaggi del commento patristico di S. Ambrogio che abbiamo sentito: “vedi quante cose sono state fatte in lui, dalle quali è stato prodotto il capovolgimento della nostra vita….

Gesù Cristo è stato ucciso affinché dal suo sangue prezioso noi fossimo riscattati per vivere”.

Essere testimoni di questo è la nostra “missione”.

Mantova, Cripta di S. Andrea, 15 dicembre 2023